da tiziano il 06/07/2010, 16:33
Non son mica tanto d'accordo nel definire la filosofia contemporanea del "disincanto", perché ci sono ancora dei grandi incantatori, come Heidegger coi suoi giochi di prestigio linguistici.
Comunque vi voglio raccontare una storiella.
Era il mio primo anno di università e la mia prima lezione di "Storia delle filosofia moderna", docente Remo Bodei. Siccome sino ad allora ero stato un gran lettore confusionario, volevo cominciare a mettere ordine nei miei studi (anche se, a naso, postsessantottino, ero già stata imbrigliato dalla triade dei maestri del sospetto: Marx Freud Nietzsche); allora chiedo intanto a Bodei cosa pensasse di Bertrand Russell, che volevo cominciare a studiare un pò; il giovane - allora - luminare ci pensa un pò quindi risponde: - E' un pessimo filosofo. Se lo diceva lui doveva esser vero (poi ho imparato a fregarmene dell'auctoritas), dunque niente Russell. Per fortuna non per sempre, perché dopo, tramite Wittgenstein, ci sono arrivato (ed anche a Moore) deliziandomi con i Saggi scettici, ecc. ecc.
Il fatto è che, inconsapevole studentello, m'avevano già impantanato nello schieramento dei "continentali" contro gli "analitici"; mi c'è voluto un pezzo di vita (di studi) per togliermi dal pantano....
Tiziano